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L’ANTICA PRATICA DI DISEGNARE NATURE MORTE

La vista è il più importante dei cinque sensi. Attraverso la visione, infatti, arriva al nostro cervello più dell’80 per cento delle informazioni che riceviamo dall’esterno. Senza che ce rendiamo conto, il nostro cervello modifica i dati ricevuti dall’occhio: seleziona le informazioni importanti separandole da quelle inutili, mette a confronto quello che vede con ciò che già conosce, completa le figure, permettendoci di riconoscerle anche quando ne vediamo solo una parte.

Attraverso il disegno il “saper vedere” viene allenato e ogni esercizio di copia dal vero è importante perchè in questa pratica risiede la creatività, la conoscenza, la sperimentazione, la scoperta e l’autoapprendimento. Il disegno è una palestra per la mente, nella quale si sviluppano capacità di osservazione, con gli occhi e con le mani, e si impara a guardare la realtà con tutti i sensi.

Come ogni bravo disegnatore che si rispetti, anche gli alunni delle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado, si sono cimentati in esercizi quotidiani di copia dal vero di nature morte al fine di sentirsi sempre più sicuri nell’utilizzo delle tecniche artistiche (acquerello e/o matite colorate).

 

 

 

Copiare una natura morta è un’attività didattica importante perché gli studenti:

  • Allenano la sensibilità tonale, andando a fare un grosso lavoro di recupero delle informazioni legate ai colori e alle scale dei grigi.
  • Affinano la tecnica legata alla realizzazione del chiaroscuro.
  • Lavorano in maniera specifica sulle differenti superfici di cui sono composti i soggetti. Naturalmente la superficie di una melagrana non riflette la luce allo stesso modo di un vaso in ceramica.
  • Allenano l’occhio e il cervello a misurare a distanza.

 

Prof. Dotti

4 Novembre 2021

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ISTITUTO SALESIANO “E. SARDAGNA”